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Molinos, Miguel de.

Teologo spagnolo. Sacerdote dal 1652, visse a Roma, dove svolse attività di consigliere spirituale e di teologo, esponente di rilievo del Quietismo, i cui principi espose nei volumi Breve trattato sulla comunione quotidiana (1675) e Guida spirituale che libera l'anima e la conduce per il cammino interiore (1675). Secondo M. la massima perfezione a cui l'uomo deve tendere consiste nel totale abbandono passivo dell'anima a Dio, mediante non l'esercizio delle virtù ma un processo di annientamento che viene dalla fede. Per l'anima che abbia raggiunto un tale stato di annientamento, le tentazioni, i difetti, le azioni cattive rappresentano solo tentazioni del demonio e, non essendo imputabili all'uomo, non devono trovare da parte sua un'attiva resistenza. Posto al centro di vivaci polemiche, criticato soprattutto dai Gesuiti, M. venne arrestato per ordine del Santo Uffizio nel 1685 e condannato nel 1687. Nonostante l'abiura, M. fu condannato come eretico da Innocenzo XI (bolla Caelestis Pastor) e rimase in carcere fino alla morte (Muniesa, Saragozza 1628 - Roma 1696).